1)
Ogni azione provoca una
reazione: uccidere delle innocenti, per quanto sotto controllo mentale,
ha
portato alla vendetta – o alla giustizia, dipende da che
punto la si guardi.
Per amore del realismo, è stato deciso di uccidere solo uno
degli aggressori,
mentre nella campagna giocata morirono tutti e quattro.
2)
In “The Books of Uncle Silas”,
il viaggio nella città natale di Alexander avveniva prima
dell’incontro del
gruppo con Masters; con la scelta di ampliare la storia, è
stato posticipato.
3)
La città non doveva essere
Greenville, nel Maine, bensì Greenwood, nel Wisconsin. Al
momento di scrivere
“Il Guardiano”, il Maine è sembrato il
luogo più facile da raggiungere per i
protagonisti. Per il medesimo motivo, Darcus McCrindle era stato in
realtà
internato nel Wisconsin State Hospital. La sua fuga, soltanto
accennata,
avviene a discrezione del Custode.
4)
Gerber, il passato di Darcus e
l’articolo sul massacro provengono da “The Books of
Uncle Silas”; tutto il
resto, dalla caratterizzazione di Gerber all’amicizia con
Owen, sono idee
dell’autrice.
5)
Fa eccezione la lettera
riguardante l’Ordine Ermetico del Crepuscolo
d’Argento, inserito da Fabio.
Proviene dalla campagna “Ombre di Yog-Sothoth” e il
suo nome si ispira
all’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata.
6)
Dagon era presente
nell’avventura giocata? Sì e no: c’erano
le “creature anfibie”, ma Dagon non
era stato chiaramente chiamato in causa. Il riferimento è
stato obbligatorio.