“Buio Ovunque”: Pirati dell’Aria


Anche se l’Orrore e la Guerra non hanno potuto che rallentare la crescita tecnologica del pianeta, prima del suo avvento essa era già a un tale livello di sviluppo da cambiare completamente alcuni aspetti della vita umana. Fra questi, un nuovo modo di concepire il trasporto aereo.
Con l’affermarsi di una nuova generazione di trasporti aerei, più sofisticati, si è verificata quella che storicamente è definita la “colonizzazione del cielo”: oggi, per la prima volta dall’avvento del volo, gli immensi spazi aerei sono solcati da stazioni orbitanti da bassa quota, sia militari che civili, e da potenti vascelli d’aria (chiamati anche “aeronavi”).
Il cielo, tuttavia, non è di nessuno. È una landa selvaggia in cui il più forte vince sul più debole, e nella quale l’unica legge che conta è quella della forza. Non stupisce che dopo la guerra molti reduci si siano riciclati come pirati dell’aria, impegnati ad assaltare trasporti civili e militari in cerca di ricchezze. Si tratta di bande spietate, anarchiche e senza affiliazione ufficiale con altri stati. Spesso trovano la loro casa in alcune enclave sperdute lungo la frontiera fra i domini islamici e quelli cristiani, come la città di Santa Marta.
Alcune bande però hanno deciso di vivere in modo diverso, mettendosi al servizio dei governi come soldati irregolari, pronti a fare il lavoro sporco. Sono i corsari, i più temuti e i più odiati al tempo stesso, anche dagli stessi pirati. Uomini senza scrupoli, senza principi d’onore, che seguono leggi disposte da altri. Corsari, esattamente come quelli che hanno abbordato La Mecca. Fra loro però scelgono di chiamarsi in un altro modo: il Popolo dell’Aria.


Fabio Antinucci

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