Top 10 survival game horror movies


Benvenuti a questa nuova rubrica, che non tratterà di racconti, bensì di… film horror. Vogliamo fare un esperimento – o un gioco, per rimanere sul tema di oggi – e provare a parlare con voi di altri argomenti inerenti il nostro genere preferito. Nel mio caso, ho scelto i film horror perché ne macino in continuazione, e vorrei proporvi delle pellicole che forse non avete ancora visto, senza tuttavia scordare i grandi classici. Queste classifiche sono strettamente personali, dunque non offendetevi per le posizioni.

Partiamo con un sottogenere che adoro guardare, e che potremmo definire “survival game”. In cosa consiste? Ve lo spiego con due film non horror, e che quindi non avreste trovato nella classifica.

Il primo è The Game, di David Fincher, con Michael Douglas e Sean Pean. Il personaggio di Douglas si ritrova immerso in un gioco di ruolo senza limiti: qualunque luogo attraversi, qualsiasi persona incontri potrebbe farne parte, e fino al termine della pellicola non è chiaro se si tratti di finzione o realtà, di un gioco o di un complotto.

Il secondo è Nerve, di Henry Joost e Ariel Schulman con protagonista Emma Roberts. Il suo personaggio, Vee, decide di partecipare a un gioco che, ancora una volta, si svolge nel mondo reale e potrebbe coinvolgere chiunque: il suo scopo è vincere le sfide lanciate dagli “Osservatori”. Si parte da sfide di poco conto, come baciare uno sconosciuto o far litigare due amici, fino a raggiungere difficoltà che coinvolgono grossi dilemmi morali – una caratteristica che ritroveremo durante la nostra classifica. Se vi è piaciuto, vi consiglio anche la serie tv Panic, una sola stagione composta da dieci episodi.

Passiamo ora agli horror, e partiamo subito con il mio decimo classificato.

10) CIRCLE (2015)

Cinquanta persone si svegliano in una stanza oscura, illuminata soltanto da frecce rosse a terra che puntano verso ciascuno di loro. Sono in piedi, incapaci di ricordare come ci siano finiti, e non possono muoversi: chi lo fa, viene ucciso. Non è possibile scappare se non “giocando”, ossia scegliendo la persona che dovrà morire al prossimo turno; in alternativa, dopo due minuti di stasi una persona random verrà eliminata.

Molto vagamente ispirato al film La parola ai giurati (la storia si svolge quasi interamente in un’unica stanza e le singole scelte sono influenzate dalla credenze individuali), Circle costringe indirettamente lo spettatore a compiere delle scelte, dal momento che lo stesso si sente spronato a tifare per l’uno o l’altro personaggio secondo criteri, per così dire, etici: ci sono il poliziotto razzista, la bambina, il riccone, il soldato, l’avvocato, la donna incinta, gli anziani… Chi, e secondo quale logica, dovrebbe rimanere in vita, e come spingere gli altri a votare per garantire la propria sopravvivenza?

Un film in parte statico, ma con un finale – l’ultimissima scena – che fa riflettere per alcuni dettagli che saltano subito all’occhio.

9) ESCAPE FROM MARWIN (2017)

Come evitare il sovraffollamento delle carceri? Ma ovviamente eliminando i prigionieri nel corso di una “escape house”.

La trama è semplice: cinque condannati vengono rinchiusi in una villa, dove avranno quaranta ore di tempo per risolvere il mistero dell’omicidio di un bambino. Uno solo di loro potrà uscirne vivo.

La storia si caratterizza dunque fin da subito per due particolari. Il primo è che, nonostante i protagonisti siano personaggi negativi e, in alcuni casi, con le mani già sporche di sangue, devono in qualche modo collaborare per risolvere gli enigmi, prima di potersi pugnalare a vicenda. Il secondo punto è una sorta di capovolgimento rispetto questo genere di film. Prendiamo in esempio i già citati Nerve e Circle: fin dove potreste spingervi, a livello etico, per salvarvi la vita? In questo caso, la soglia dell’amoralità è stata già più che superata.

Un film in parte noioso, se non per il plot twist finale.

8) 13 PECCATI (2014)

Ritorniamo sul punto appena toccato: fin dove potreste spingervi? È la domanda chiave di molti cosiddetti “survival game movie”, e lo è soprattutto di questo. Adattato dalla pellicola thailandese 13 beloved, 13 peccati segue le vicende di Elliot (Mark Webber), che non ha certo la famiglia del Mulino Bianco: un padre razzista, un fratello con disabilità mentali e una splendida fidanzata, che tuttavia è incinta proprio ora che sono sul lastrico.

Elliot ha la possibilità di fare molti soldi, se solo porterà a termine una serie di sfide. Dovrà prima uccidere una mosca, poi mangiarla, dopo far piangere una bambina… Ogni sfida vale mille dollari, ma non potrà ritirarsi oppure avrà perso tutto. Qui non c’è solo in ballo il dilemma “Farlo o ritirarsi”, ma anche il sottinteso suggerimento “Ormai hai fatto tutto questo, puoi fare anche altro”. Come ogni storia del genere che si rispetti, la morte è dietro l’angolo. E lo è anche il detective Chilcoat (Ron Perlman), perché quando le sfide si fanno più rischiose è impossibile che la polizia non se ne interessi.

Plot twist anche qui – almeno tre.

7) BATTLE ROYALE (2000)

Con il pretesto di una gita scolastica, la classe 3-B di una scuola media giapponese viene addormentata sull’autobus e condotta su un’isola, allo scopo di rimanervi per tre giorni. Se anche voi da anni udite continuamente paragonare Hunger Games a Battle Royale, saprete già dove andremo a parare: si devono uccidere a vicenda, ci sarà un solo vincitore, se non lo faranno il collare che indossano esploderà. Lo scopo è combattere la criminalità giovanile e la mancanza di rispetto nei confronti delle autorità.

Il manga si differenzia dal film principalmente per la presenza di flashback dedicati a ciascuno degli alunni della classe 3-B, per i quali non ci sarebbe stato spazio nelle due ore previste, e anche per dettagli marginali (nel film le armi che gli studenti trovano nei borsoni possono rivelarsi fin da subito inutili). Inoltre nel manga gli omicidi sono rappresentati con maggiore presenza di splatter.

Nella mia classifica, questo film è soltanto settimo nonostante il successo planetario, perché sinceramente non l’ho amato granché, e lo stesso vale per il manga.

6) CUBE (1997)

Prima delle infinite (spero) serie sulle escape room, è stato tempo de Il Cubo, o Cube.

Cinque personaggi si risvegliano, come ben sappiamo, in un luogo sconosciuto senza capire come ci siano finiti, ma questa volta c’è un cambiamento sostanziale: sono in un cubo. Non è una sola stanza, sono migliaia di stanze cubiche comunicanti tra loro; peccato che, per trovare l’uscita, i nostri eroi dovranno superare rischi sempre diversi: una stanza potrebbe essere vuota, oppure bruciarli vivi. Semplice, no? Basta trovare la strada giusta… se solo i settori non continuassero a mischiarsi.

In seguito ne è stato realizzato un sequel, Hypercube (2002), e un prequel, Cube Zero (2004).

5) WOULD YOU RATHER (2012)

Film meno conosciuto di quelli finora citati, nonostante la presenza di un attore del calibro di Jeffrey Combs (il dottor Herbert West di Re-Animator). Combs interpreta il presidente di una fondazione impegnata ad aiutare i meno fortunati… attraverso un gioco che si svolgerà a casa sua. Per ottenere i soldi necessari a salvare il fratello malato, la protagonista Iris accetterà di partecipare alla cena, e di fronte a un piatto di carne Combs ne approfitterà per lanciare la prima sfida: la vegetariana Iris dovrà mangiarlo in cambio di diecimila dollari. Il titolo del film, però, è Would you rather, dunque è chiaro che la serie di sfide successive saranno diverse: scegliere tra questo o quello, tra fare del male a se stessi o un altro partecipante, tra una prova mortale e quello che appare il male minore.

Il film riesce piacevolmente a emergere tra le numerose pellicole di questo stampo.

4) HOUSE OF 9 (2004)

Il secondo film di Steven R. Monroe, regista di I Spit on Your Grave, ricorderà ad alcuni il secondo capitolo di Saw: nove persone si risvegliano in una casa e dovranno fare il possibile per sopravvivere… uccidendosi però a vicenda. Torniamo quindi anche a Battle Royale, ma con personaggi adulti e una cosiddetta “arena” ristretta.

Nonostante l’ordine impartito, i nove giocatori decidono di conoscersi, di mangiare e bere insieme, e sarà solo un incidente a dare il via al massacro. Tra loro, spicca padre Duffy, un grandioso Dennis Hopper, mentre una parte meno rilevante è toccata al comunque bravissimo Peter Capaldi.

3) READY OR NOT (2019)

Saliamo sul podio con una commedia horror uscita in Italia con il titolo di Finché morte non ci separi.

Grace è una giovane donna in procinto di sposare Alex Le Domas, futuro erede di una fortunata azienda di giochi da tavolo in mano alla sua famiglia da generazioni. Alex è restio a prenderla in moglie, ma alla fine accetta e la porta nella sua casa di infanzia, dove vivono ancora i genitori. Il fratello e la sorella di Alex sono già sposati, e Grace è felice di fare la loro conoscenza. Il matrimonio intimo si svolge nella dimora dei Le Domas, ma prima che possano consumare la prima notte di nozze Alex e Grace dovranno adempiere a una tradizione: Grace, in quanto nuovo membro della famiglia, deve estrarre una carta recante il nome del gioco da svolgere tutti insieme. La ragazza è stanca, vuole solo restare con suo marito, ma decide di non inimicarsi subito la nuova famiglia ed estrae la carta “Nascondino”. Proprio ciò che Alex avrebbe voluto evitasse con tutto il cuore.

Samara Weaving, protagonista di questa “commedia nera”, si consacra come una delle scream queens di nuova generazione, accanto a Jenna Ortega e Mia Goth (consiglio di recuperare il primo capitolo de La babysitter), ma mi sento di fare un applauso anche ad Adam Brody, che accantonato il ruolo di Seth Cohen pare aver deciso di interpretare il “bad boy” (come in Jennifer’s Body e Promising Young Woman) o comunque di dedicarsi agli horror, partecipando anche a The Ring e Scream IV.

2) ESCAPE ROOM (2019)

Di pellicole dal titolo Escape Room ce ne sono molte (e le menzionerò in seguito per chi è interessato a questo filone), ma il film del 2019 e il suo sequel del 2021 sono, a mio parere, i più riusciti.

Sei persone decidono di giocare a una escape room particolare: amano gli enigmi, vogliono mettersi alla prova con una difficoltà maggiore del solito e, soprattutto, sono tentati dal montepremi di diecimila dollari (se solo avessero saputo che in un altro film solo la prima sfida valesse tanto…). Non si trovano, però, di fronte a una sola stanza, ma a una serie di escape room collegate fra loro e, inutile specificarlo, disseminate di trappole mortali. Piccolo appunto sugli attori: torna Logan Miller, il fratello malato della protagonista di Would You Rather, e fa la sua comparsa anche Deborah Ann Woll di Daredevil, qui nel ruolo della veterana Amanda Harper, il personaggio che più mi è piaciuto.

Il sequel, Escape Room 2, come titolo originale ha Escape Room: Tournament of Champions, dunque la trama è facilmente ipotizzabile (rendendolo più simile alla saga di Hunger Games rispetto a Battle Royale). Tra i nuovi personaggi figurano Holland Roden, la Lydia Martin di Teen Woolf, e Isabella Fuhrman, che oltre ad aver partecipato proprio al primo Hunger Games è nota come la protagonista di Orphan. Oltre a riproporre la serie di stanze mortali del primo capitolo, questo sequel prova a raccontare cosa si celi dietro l’organizzazione delle escape room.

1) SAW (2004)

Era ovvio che nella classifica figurasse Saw, e forse ancor di più che ne fosse il vincitore, anche solo per la vastità dei giochi presenti nei dieci film di cui finora si compone la saga.

Breve trama per i pochi che ancora non la conoscono: John Kramer ha un cancro al cervello in stadio terminale; la sua condizione comincia a fargli notare quanto la gente che lo circonda dia poco valore alla propria vita, diventando dipendente dalle droghe o tentando il suicidio. Il suo scopo, dunque, è di spingere queste persone a ritrovare la voglia di vivere, e lo farà… mettendole di fronte alla morte.

Una caratteristica fondamentale della saga è la costante presenza di una difficile scelta da compiere (morire o, ad esempio, tranciarsi un braccio entro due minuti) accanto a trame sempre differenti. Sebbene, infatti, nove film su dieci presentino più personaggi alle prese con una o più serie di scelte, a volte da compiere facendo affidamento sulla collaborazione, il primo volume, diretto da James Wan, si incentra su soli due protagonisti, che risvegliandosi in una stanza abbandonata con un cadavere al centro devono trovare un modo per salvarsi.

Fatta eccezione per Spiral – L’eredità di Saw, mi sento di promuovere tutti i capitoli, che riescono ad appassionare lo spettatore nonostante il continuo cambio di regista. I personaggi sono ben costruiti, soprattutto quelli ricorrenti come Jigsaw, Amanda e Jill. Ho amato inoltre un particolare presente in ogni film in cui appare Kramer: la fiducia. Bisogna credere alle sue parole, senza mai dubitarne, e solo in questo modo si potrà restare in vita.

Giunta alla fine della classifica, mi permetto di aggiungere qualche pellicola che non mi è piaciuta granché, ma che potrebbe interessare a chiunque voglia approfondire questo genere: Play or Die, film belga del 2019; Funhouse, produzione svedese e canadese dello stesso anno che vanta anche la presenza di Valter Skarsgård, il meno noto fra padre e fratelli attori; Escape Room del 2017 diretto da Will Wernick; Escape Room – The Game dello stesso anno caratterizzato dalla presenza del soprannaturale e con protagonisti Skeet Ulrich (Scream) e Sean Young (Blade Runner e Dune). Non vi parlo invece delle serie tv perché potremmo trattarle in un altro video.

Sara Carucci